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DOPPIO STALLO






DOPPIO STALLO

di Ermanno Cristinni, Rossella Moratto,

Giancarlo Norese

Collana la c., vol. 41, settembre 2022

80 pagine, colore | tiratura: 80 copie

_ Iniziato in forma di corrispondenza tra Ermanno Cristini e Rossella Moratto, il testo che ne è risultato ha percorso il tempo sospeso di un’immaginaria partita a scacchi senza possibilità di soluzione. Nel vuoto della sospensione sono “accadute” due mostre, una a Milano e una a Napoli, che hanno coinvolto 63 artisti, tutti impegnati a perdere tempo.

È nata poi, con Giancarlo Norese, l’idea di sviluppare un libro, iniziato e mai finito, ma di cui qui se ne conserva traccia.

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Nel gioco degli scacchi lo stallo è una condizione che ne capovolge il senso; comportando la rinuncia ad avere un vincitore ed un vinto, lo stallo vanifica il fine “produttivo” della partita. Il doppio stallo è una posizione puramente teorica, mai verificatasi in partita, che corrisponde ad una sorta di immobilità ideale, quasi un paradosso, entro la quale il gioco si incaglia sottraendosi al suo dovere “istituzionale”.


Ho immaginato di costruire questa mostra, in dialogo con Rossella Moratto, concependola come una sorta di partita a scacchi entro il tempo sospeso del doppio stallo. Non ci sono nè vincitori nè vinti e proprio per questo essa esplora i territori della marginalità giocando fuori dal gioco.

Il tempo di questa partita è il tempo dilatato che sfugge alla dimensione utilitaristica per aprirsi al potenziale del non fare per essere.

Scriveva Walter Benjamin nei Passages che “Non bisogna far passare il tempo, ma anzi invitarlo a fermarsi presso di noi”. È con questo spirito che Duchamp indica nel respirare, in opposizione al lavorare, l’essenza dell’attività creativa. Il fare artistico sta entro un ritardo e dunque si qualifica per una sottrazione: ciò che manca è il principio di economia e la dimensione utilitaria, al punto che esso si configura come uno sperpero. Così entro un’operosità reiterata senza fine si consuma una inoperosità, o più precisamente un’applicazione inoperosa, che è la sua vera cifra.


Incrociano l’asse di questa “partita” oziosa i contributi di otto “testimoni oculari” attivi, il cui lavoro spesso trae alimento dall’inerzia del piacere per l’inutile e/o dall’astensione dal fare. Ermanno Cristini

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LA LIBERTÀ DELL’OZIO di Rossella Moratto Estratto dall’intervento al dibattito “Voglia di ‘68?” a cura di Ermanno Cristini per undo-net 27/03/2015. http://1995-2015.undo.net/it/argomenti/1384799799 (...) Nell’essere attività espressiva inefficiente, non collocabile, ener- geticamente dispersiva e perfino potenzialmente fallimentare, l’arte libera dosi di creatività non orientata represse e comprese nell’ambito produttivo, ed è già per questo controcorrente e concretamente alternativa al sistema dominante. «Ozio è libertà di vagare, di pensare, di immaginare. Ozio è libertà di essere, è essere. Il suo opposto non è labor (fatica), ma negotium, il luogo, il tempo, l’azione di scambiare. Ove avviene un’attribuzione di valore, attraverso una relazione di potere» (1). (...) Arte come ozio quindi, intesa come spazio libero di ricerca intellettuale non finalizzata ma anche, in un contesto più ampio, come pratica che assume la valenza di un nuovo modello di utopia sociale: l’ozio creativo, nell’accezione descritta da Domenico de Masi, intesa come sintesi di piacere e dovere «La missione che ci sta davanti consiste nell’educare noi stessi e gli altri a contaminare lo studio con il lavoro e con il gioco fino a fare dell’ozio un’arte raffinata, una scelta di vita, una fonte inesauribile di idee. Fino a farne un ozio creativo»(2), che il sociologo vede come spazio privilegiato e necessario all’elaborazione di idee e soluzioni, nell’orizzonte delle trasformazioni della società postindustriale occidentale, in cui si assiste a in modo autonomo, una progressiva destrutturazione del tempo e dello spazio del lavoro. «La sua autorganizzazione è un caos che miracolosamente si compone e ordinatamente si struttura grazie alla motivazione [..] L’organizzazione apprende dalla propria esperienza; metabolizza le più moderne tecniche costruttive, comunicative, estetiche: include e accoglie azzerando ogni senso di estraneità in chi partecipa come in chi assiste»(3). Un’utopia? No, l’arte in sé già sperimenta tutto questo, recuperando la componente ideativa e utilitaristica della creatività, riorientandola in una forma di sapere liberato. «Non è dal lavoro che nasce la civiltà, essa nasce dal tempo libero e dall’ozio»(4) Alexandre Koyré

1) Maurizio Costantino, nota introduttiva a Kazimir S. Malevič, L’inattività come verità

effettiva dell’uomo, Asterios, 2012

2) Domenico De Masi, L’ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Rizzoli, 2000

3) Ibidem

4) Alexandre Koyré, Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione, Einaudi, 2000

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ATISTI COINVOLTI

Marisa Albanese, Afterall, Mathelda Balatresi, Susanna Janina Baumgartner, Bianco Valente, Veronica Bisesti, Peppe Buonanno, Francesca Capasso, Mary Cinque, Franco Cipriano, Matteo Cremonesi, Curandi-Katz, Ronny Faber Dahl, Oppy De Bernardo e Aldo Mozzini, Gerardo di Fiore, Antonio della Guardia, Umberto di Marino e Maria di Niola, Gabriele di Matteo, Adelaide di Nunzio, Luigi Grassi, Silvia Hell, Rosaria Iazzetta, Antonio Maiorino, Maria Giovanna Mancini, Salvatore Manzi, MaraM, Roberto Marchese, Rosaria Matarese, Domenico Mennillo, Carlo Miele, Moio e Sivelli, Giancarlo Norese, Gloria Pastore, Massimo Pastore, Pier Paolo Patti, Chiara Pergola, Cesare Pietroiusti, Paolo Puddu, Rosy Rox, Roxy in The Box, Antonella Raio, Alessandro Rolandi, Marco Rossetti, Pasquale Ruocco, Vincenzo Rusciano, Antonio Serrapica, Antonello Scotti, Rosy Sélavy, Stefano Taccone, Eugenio Tibaldi, Antonello Tolve, Salvatore Vitagliano, Ciro Vitale, Marco Zezza, Matteo Cremonesi, Ronny Faber Dahl, Oppy De Bernardo e Aldo Mozzini , Matteo Guarnaccia, Andrea Nacciarriti, Giancarlo Norese, Alessandro Rolandi

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